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LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche

679091
Perodi, Emma 45 occorrenze
  • 1992
  • Newton Compton Editori s.r.l.
  • prosa letteraria
  • UNIFI
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LE NOVELLE DELLA NONNA. Fiabe fantastiche

fiatare finché la fanciulla rimase in quella positura supplichevole, e quando si rialzò, ella disse, rivolta allo zio: - Signor mio, a voi solo posso

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con la bocca sdentata, e con una voce che pareva il rumore che fanno i tarli nel legno, gli diceva: - Banfio mio, se tu mi sposassi, io ti farei l'uomo

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combattenti insepolti, - disse il conte Selvatico. - Salite sulla torre del mio castello e tenete l'occhio rivolto a Campaldino. Io stringerò nella sinistra

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. - Dovete sapere che io nacqui nell'isola di Sicilia, da genitori nobilissimi e potenti. Mio padre perì, giovane ancora, in guerra, e il fratello

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, aggiunse: - Anche se egli fosse povero e di oscuri natali, lo sceglierò per genero. Porterà il mio nome, non avendo io figli maschi. Sì, è stabilito

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. Amabile fece una risata. - Voi non sapete certo che io sono promessa sposa, e che non posso accettare neppure un fiore da altri che dal mio sposo. Il

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che mi offri? - Una cosa da poco; dammi l'anima tua, alla tua morte. Non mi fai un gran regalo, perché anche senza questo patto sarebbe finita in mio

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. - Ora dunque, - disse la signora, - l'Annina è al mio servizio, e mi sarà permesso di farle un regaluccio. Vi prevengo però che voglio rimanere

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di piedi per indicare il proprio regalo, dicendo: "Questo è mio! Questo è mio!". - Dunque tutti, tutti avete pensato a me? - domandò Vezzosa commossa

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inchiodata alla cappamagna. Il Diavolo fece un ghigno e, sedutosi davanti al fuoco, disse: - Vedi se ora sei in mio potere! Credevi di cacciarmi con

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, fratello mio, - rispose Tendegrimo, - chètati per carità! Le tue parole la fanno pianger di più. Non vedi che la misera ha l'età di nostra madre, che

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, e andò nella stanza del tesoro, dove, con la chiave datagli da ser Bernardo, aprì la cassa. Questa ne conteneva una seconda di ferro. - Mio suocero è

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speranza di guarigione, chiamò due amici, nonché suo figlio Enzo, e disse: - È mio desiderio che tutti i miei beni passino a questo mio primogenito

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Forese. - E se ti scoprono, Piero mio? - Non dubitate; ho la lingua sciolta; e poi che delitto commetto? Non sarebbe forse maggior peccato il non

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, e che era gremita in quel momento di cavalieri che attendevano d'imbarcarsi per una impresa contro i Turchi, e disse: - Chi vuol comprare il mio

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burlette il signor di Porciano gli die' l'ospitalità. - Te la pagherò, non credere, - disse il buffone. - Anzi, voglio esser generoso e ordinerò al mio

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qui, io avrei tolta una valida protezione alla famiglia e ai nostri terrazzani. Purtroppo, padre mio, la vita dell'uomo ha breve durata, e il giorno

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. Spinello, mio padre, ebbe fama di valentissimo nell'arte sua; mio fratello Forziore è reputato, a Firenze, il più abile fra i maestri di niello, e io stesso

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popolo mio? - Quello che la volpe ha sul pollaio, - rispose Satana ridendo. - Ebbene, stammi a sentire, - riprese Gesù Cristo, - io voglio proporti un

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quello che era dover nostro di fare. - Avete ragione, nonna, e io cercherò di procurarmi i sonni tranquilli facendo il mio dovere. - La novella

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, chi sei? Io non sono abituato a parlare con chi non conosco. - È inutile che ti dica il mio nome. Sono fiorentino e odio quel covo di arpie ch'è

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, nipote mio. Quel perfido Ramarro, con i denari rubatimi e col ricavo della vendita di quest'albergo, dove non gli pareva ci fosse più aria per lui, ha

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la vecchia. - Regina, io vi prego, non a nome dei ragazzi, perché essi sanno pregarvi da sé, ma a nome mio, di non interrompere questa bella

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e non avea più forza d'alzare un dito, perciò si lasciò cadere supino e disse: - Corri pure, cane mio, ma io non mi muovo più! Se è destinato che

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dire: - Ospite mio, io ti ho trattato degnamente, ma l'accoglienza che ti ho fatto non è stata come avrei voluto, perché la mia casa è colpita da

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parole, ma a fatti! ... Anche mio padre dice che mi vuol bene, e intanto mi lascia martoriare da quella donna dispettosa che ha preso il posto della

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ebbe chiuso gli occhi, fecero tutto mio come le civette, e non le dettero nulla. Piero, che era il maggiore, prese il castello, le terre e i cavalli; il

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per domandargli: - Ma che cos'hai, Cecco mio? Che cosa ti turba? - Nulla, - rispondeva egli. - Vi siete messe in testa che io abbia qualche afflizione

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una voce dolcissima domandare: - Bardo, sei pentito? - San Francesco beato, - rispose il cero spargendo lacrime abbondanti, - è tanto il mio pentimento

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posto alla sua tavola. - Io non ti voglio nel mio palazzo, strimpellatore di liuto e improvvisatore di cattivi versi con i quali tu offendi la nobile

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l'umilissimo servo dei signori forestieri e mi metterò a lavorare l'orto. Questo è il mio sogno, che non potrei certo effettuare con una moglie

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chiamasse. - Chi sono non deve importarvi, - rispose. - Il mio nome è Espiazione! Figuratevi se queste risposte, date da quello strano personaggio

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donne ragionevoli, e non potete affliggervi se vado a fare un po' di chiasso con gli amici. Addio dunque, Vezzosa. - Rimani, Cecco, fallo per amore mio

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non l'ha ripreso? Ebbene, in questi sette canti sta il filo del mio grandioso poema, ed io non potrò riafferrarlo finché non li avrò sott'occhi. Tutti

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il bimbo della Vezzosa e soleva dire ridendo: - In casa nostra dobbiamo essere sempre ventisei; quando escirò io, verrà lui, e prenderà il mio posto

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contento di me, Padre guardiano? - aveva domandato fra' Gaudenzio. - Anche troppo, fratello mio; anzi, temo che tu solletichi il peccato della gola nei

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domandò fra' Ilario. - Tanto pentito e sgomento del mio misfatto, che se mi diceste di andare in Terra Santa in pellegrinaggio a farmi trucidare dagli

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risponde: "Sono un povero vecchio. Chi avrà pietà di me non conoscerà penuria di fiorini d'oro". In questo punto il sonno mio si è rotto, ed io ho voluto

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tetto. Camillo, il mio bambino maggiore, che dorme in cucina, s'è destato e ha veduto scendere un angiolo dalla cappa del camino. Quell'angiolo si è

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ribellione: tu sei mio per sempre! - sentenziò la Befana. - Suo per sempre! - dissero le vecchie, non più ridendo, ma con una voce da metter paura. In

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quale motivo ti spinge a ricorrere a me, - le disse, - e il mio soccorso non ti mancherà. Gl'invidiosi hanno tentato di distruggere il frutto delle tue

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Nazzareno sia morto in croce per redimere il genere umano dal peccato, metà della gente che muore, se non più, deve venire a popolare il mio regno. Se

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. Allora, scoraggiato, disse: - Sdonna smia, sper sme snon sc'è sbene. - Podestà mio, finché un cane peloso non vi morde il fungo e una biscia non vi bacia

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a me. Cecco mio, la mia matrigna lotta davvero con la morte. In questo momento svaniscono in me tutti i risentimenti, e mi pento e mi dolgo di non

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divenne rosso in volto a quel rimprovero, e, drizzatosi sul letto, rispose con voce minacciosa: - Frate, è inutile che tu rimanga presso il mio letto; io

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